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‘Al Pacone avarissimo boss’ al TRAM

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Al Pacone


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In scena dal 19 al 22 aprile a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa di Hermes Comunicazione.

Dal 19 al 21 aprile, ore 21:00, e il 22 aprile ore 18:00, presso il TRAM, via Port’Alba, 30
Napoli, andrà in scena lo spettacolo ‘Al Pacone avarissimo boss’ tratto da ‘L’avaro’ di Molière scritto e diretto da Massimo Maraviglia, compagnia Asylum Anteatro ai Vergini, con Antonio Torino, Giovanni Scotti, Alessandra Sasso, Nicola Tartarone, Sharon Amato, Rosy Ognibene, Rosaria Clelia Niola, Davina Donadio, Sabrina Gallo, Valentina Vittoria, Daniele Sannino.

Costumi Patrizia Baldissara, scene e grafica Luca Serafino, musiche originali Canio Fidanza e Massimo Maraviglia, allenatori di squadra Caterina Leone ed Ettore Nigro, assistente alla regia Aldo Verde, foto di scena di Giancarlo De Luca.

Note di regia
Al Pacone fa rima con Arpagone e assonanza con Al Capone.
Una riscrittura in salsa farsa dell’Avaro di Molière, una delle più belle e conosciute commedie di carattere che la storia della drammaturgia ci abbia regalato.

Esiste ancora nella realtà odierna un avaro simile a quello disegnato da Plauto e poi da Molière? Forse sì, ma perché parlarne? O Forse no. Quegli avari lì avevano un rapporto quasi infantile col denaro, compenetrati nella loro ossessione, in fondo, non potevano davvero danneggiare nessuno. Al più irritare o, nella migliore delle ipotesi, far sorridere.

L’immaginario collettivo di oggi è più abitato da boss che da avari.
Non sono la stessa cosa ma entrambi hanno un rapporto malato col denaro, seppure declinato in modi assai diversi. I secondi esprimono puro – direi quasi innocente – amore per il denaro; i secondi vanno alla ricerca esasperata di una ricchezza che, nei casi estremi raccontati dalla cronaca, diviene anche potere di vita o di morte sugli altri.

Dunque se l’avarizia è originariamente paura esasperata di perdere qualcosa, l’avidità che sembra averla sostituita è l’incontrollata pulsione verso un potere pericoloso perché fine a se stesso, esattamente come quello ricercato dagli anti-eroi che abitano non solo la realtà ma anche le più recenti fiction di successo, che non muovono riso, se non involontario, a volte, e che raccontano con gravità pari a quella della realtà, la realtà stessa.

Al Pacone è un micro-antidoto contro la serietà con cui sembra quasi che cinema e televisione vogliano rendere omaggio agli anti-eroi. Un racconto farsesco dell’umana cretineria, così come piace a Molière.
Massimo Maraviglia

Al Pacone