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A Palazzo Pirelli le ‘Fascere del Bagòss’

'Fascere del Bagòss'

Inaugurata la mostra di Eugenio Busi, che utilizza come cornici i contenitori in legno utilizzati un tempo per dare forma al celebre formaggio

In mostra a Palazzo Pirelli fino al 14 novembre le ‘Fascere del Bagòss’ di Eugenio Busi, pittore bresciano originario di Botticino.

Artista eclettico e di lunga esperienza, Busi trova ispirazione nelle cose semplici: la natura, i mestieri, le persone, la vita in montagna.

All’inaugurazione erano presenti il Presidente del Consiglio Federico Romani, il Vice Presidente Emilio Del Bono, l’Assessore all’Ambiente Giorgio Maione e i Consiglieri regionali Carlo Bravo, promotore dell’iniziativa, Giacomo Zamperini, Diego Invernici e Floriano Massardi.

Il Presidente Federico Romani ha detto:

Ospitiamo una mostra particolarmente significativa perché da una parte diamo riconoscimento all’originalità di questo artista, che da sempre sognava di esporre le sue opere in Consiglio regionale, e dall’altro testimoniamo l’attenzione che le istituzioni devono continuare ad avere per tutelare i territori montani, le sue persone, i suoi mestieri tipici.

Nelle opere esposte nello spazio al piano terra del Grattacielo, sede del Consiglio regionale, le antiche fascere in legno, utilizzate per dare forma al celebre formaggio Bagòss di Bagolino, diventano cornici per i dipinti di Busi e simbolo di un mondo che rischia di scomparire, soppiantato dalle moderne fascere di plastica.

La mostra è un autentico viaggio nella Val Trompia di un tempo, raccontata con la pittura limpida, schietta e sincera di Busi: un omaggio alla montagna, ai paesaggi bresciani e a quella genuina semplicità che da sempre contraddistingue la sua arte.

Busi ha spiegato:

Piuttosto che veder buttate via queste fascere che sono migliaia e rappresentano la storia del nostro territorio, mi è venuta l’idea di salvarle e di utilizzarle da cornice e dipingerci dentro.

Ho trasformato così i quadri in tondi, salvaguardando un patrimonio importante della nostra storia rurale.

Carlo Bravo ha detto:

Con i quadri di Eugenio Busi ho voluto portare la vita delle montagne della Val Trompia in città. Spesso, qui a Milano, parliamo di ‘far vivere la montagna’, ma troppo spesso dimentichiamo che vivere in montagna significa lavoro, fatica, passione e tanti sacrifici.

I dipinti di Busi ci ricordano questa realtà: una realtà in cui l’uomo ha saputo vivere la montagna valorizzandone le risorse e costruendo così un legame profondo con il proprio territorio. Un legame oggi in parte perduto, ma che è fondamentale riscoprire.

Solo recuperando questo rapporto autentico con la montagna potremo riportare vita nelle nostre aree interne. Guardo al futuro della montagna con un po’ di nostalgia, ma anche con la speranza di veder rinascere quel legame profondo tra l’uomo e il suo territorio.

Del Bono ha concluso:

Busi racconta la vita di montagna, la caccia, la raccolta dei funghi, il mangiare e bere bene, la capacità e la forza dei suoi paesaggi, capaci di condurci verso la spiritualità.

La montagna sta vivendo una stagione pericolosa di spopolamento e abbandono e la politica deve occuparsi di mantenere un radicamento della popolazione su questi territori, che è un tema legato soprattutto ai servizi e alle funzioni. Ospitare questa mostra è dunque anche un monito per tutti noi.