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A Napoli Messa in memoria dei Re Carlo di Borbone e Ferdinando IV

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Re Carlo di Borbone e Re Ferdinando IV


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La solenne Celebrazione Eucaristica sarà officiata il 24 gennaio presso la Real Basilica di Santa Chiara

La Segreteria Generale della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio comunica che, di concerto con la Guardia d’Onore alle Reali Tombe dei Sovrani Borbone, venerdì 24 gennaio 2025 alle ore 19:00 presso la Real Basilica di Santa Chiara in Napoli verrà celebrata la Santa Messa in memoria delle LL.MM. il Re Carlo di Borbone e il Re Ferdinando IV di Borbone, presieduta dal Custode di Terra Santa.

La Custodia di Terra Santa nel quotidiano lavora al servizio delle realtà della Terra Santa e all’accoglienza dei pellegrini, trasmettendo la Grazia dei Luoghi Santi in cui affondano le radici spirituali Cristiane.

Il complesso francescano di Santa Chiara – composto da monastero, basilica, convento, quattro chiostri monumentali, tra cui il chiostro maiolicato delle Clarisse, il refettorio, la sacrestia ed altri ambienti basilicali – è uno dei più insigni monumenti medioevali e tra i più importanti e grandi complessi monastici di Napoli.

La solenne Celebrazione Eucaristica verrà presieduta da Fra’ Francesco Patton, OFM, Custode di Terra Santa, Guardiano del Santo Monte Sion e del Santissimo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo, Ministro Provinciale dei Frati Minori in tutto il Medio Oriente.

Carlo di Borbone

Carlo di Borbone (Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788), Re di Napoli, come Carlo VII, e Re di Sicilia, come Carlo III, dal 1734 al 1759, poi Re di Spagna, come Carlo III, dal 1759 al 1788, già Duca di Parma e Piacenza, come Carlo I, dal 1731 al 1735.

Gran Maestro dell’Insigne Ordine del Toson d’Oro spagnolo, del Reale ed Insigne Ordine di San Gennaro, del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III, degli Ordini Militari Spagnoli – Santiago, Calatrava, Alcantara e Montesa -, Cavaliere dell’Ordine dello Spirito Santo.

Primogenito delle seconde nozze di Filippo V di Spagna con Elisabetta Farnese, era durante l’infanzia solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo, cosicché sua madre si adoperò per dargli una corona in Italia, rivendicando l’eredità dei Farnese e dei Medici, due dinastie italiane prossime all’estinzione.

Grazie ad un’efficace combinazione di diplomazia e interventi armati, Elisabetta Farnese riuscì a ottenere dalle potenze europee il riconoscimento dei diritti dinastici di Carlo sul Ducato di Parma e Piacenza, di cui egli divenne duca nel 1731, e sul Granducato di Toscana, dove l’anno seguente fu dichiarato gran principe, cioè principe ereditario.

Nel 1734, durante la guerra di successione polacca, al comando delle armate spagnole conquistò il Regno di Napoli e l’anno successivo quello di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca.

Nel 1735 fu incoronato Re di Sicilia a Palermo, e nel 1738 fu riconosciuto sovrano dei due regni dai trattati di pace, in cambio della rinuncia agli Stati farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena. Alla morte del fratellastro Ferdinando VI nel 1759, fu chiamato a succedergli sul trono di Spagna.

Capostipite della dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, S.M. il Re Carlo III di Borbone inaugurò un nuovo periodo di rinascita politica riformista, ripresa economica e sviluppo culturale.

Fu un Sovrano illuminato, che amò il popolo e l’arte, e fece di Napoli e Madrid due capitali internazionali. Dal carattere allegro ed esuberante, amante della caccia, Carlo di Borbone avviò la commissione di grandi opere edilizie, e tra queste il Real Albergo dei Poveri a Napoli e la Reggia di Caserta.

Riformò il fisco e il complesso legislativo napoletano, costituirò il Museo di Capodimonte per la collezione dei dipinti, ereditata dalla madre Elisabetta Farnese. Fondò, inoltre, per la produzione di importanti manifatture artistiche la Real fabbrica degli arazzi, il Laboratorio delle pietre dure, la Real Fabbrica della porcellana di Capodimonte e la Real fabbrica di maioliche di Caserta.

Ferdinando IV di Borbone

Ferdinando IV di Borbone, Re a soli otto anni, nel 1759, quando il padre Carlo sali sul trono di Spagna, era nato nel Palazzo reale di Napoli il 12 gennaio 1751.

Dal Principe di San Nicandro ricevette un’educazione mirata soprattutto alla cura della robustezza del corpo e di marca abbastanza popolare. I suoi tratti e il suo parlare in lingua napoletana gli valsero il soprannome – nient’affatto dispregiativo – di ‘Re Lazzarone’.

Col termine ‘Lazzari’ o ‘Lazzaroni’ erano indicati i popolani di Napoli che si batterono strenuamente ed eroicamente contro i soldati napoleonici e i giacobini repubblicani nel 1799 in difesa e a nome di Ferdinando, della monarchia e della Chiesa.

Ferdinando può essere senz’altro considerato il Sovrano che, per eccellenza in Italia, incarnò i criteri del riformismo illuminato, proseguendo e compiendo ciò che il padre aveva cominciato.

Un Re che la vulgata storiografica nazionale ha sempre presentato come volgare, ignorante, fanatico e reazionario; un ‘Re Lazzarone’, ‘popolano’; ed infatti il popolo vero fu sempre con lui.

Dal 1759 al 1767, quando raggiunse la maggiore età, il Regno fu governato da un Consiglio di Reggenza che riceveva istruzioni da Madrid. Il giovane sovrano non aveva interesse per lo studio e non si era dedicato molto alla sua formazione, preferendo le battute di caccia ai libri.

A diciannove anni, nel 1768 sposò Maria Carolina d’Asburgo, figlia dell’Imperatrice del Sacro Romano Impero Maria Teresa d’Asburgo, sorella, quindi, degli Imperatori Giuseppe II e Leopoldo II e della Regina di Francia Maria Antonietta.

Ferdinando ebbe da lei 18 figli. Delle figlie femmine, la primogenita Maria Teresa sposò l’Imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe II, la secondogenita Maria Luisa il Granduca di Toscana Ferdinando III, Maria Cristina il Re di Sardegna Carlo Felice, Maria Amelia il Re dei Francesi Luigi Filippo, Maria Antonietta il Re di Spagna Ferdinando VII.

Maria Carolina ebbe un ruolo di primo piano nel governo del Regno, sempre più orientato a favore dell’Austria. Tanto più quando la Segreteria di Stato fu affidata a John Acton, fedelissimo della Regina, che diede grande impulso alla riorganizzazione dell’esercito e della flotta.

Dopo la Rivoluzione francese, il Regno fu schierato contro Francesi e Giacobini nella Prima coalizione antifrancese del 1792. L’espansione napoleonica in Italia provocò un nuovo conflitto con i Francesi nel 1798: l’esercito napoletano attacco la Repubblica napoletana e Ferdinando entrò in città da conquistatore.

Ma durò pochi giorni e una controffensiva obbligo i Napoletani alla ritirata. Fu allora che il Re decise di lasciare Napoli e di traferirsi a Palermo. Dove rimase per tutta la durata della Repubblica napoletana del 1799 e dopo, fino al 1802, quando ritornò a Napoli, dando inizio a una dura restaurazione e repressione.

Alleato degli Austriaci nella Terza coalizione antifrancese, 1805, dopo la sconfitta di quest’ultima da parte di Napoleone, il Regno di Napoli si ritrovo nei progetti espansionistici della Francia.

Nel febbraio 1806 le truppe del Generale Massena entrarono in città, ma Ferdinando e la corte si erano già messi al riparo a Palermo. Napoleone dichiarò decaduta la dinastia borbonica e affidò la corona al fratello Giuseppe, che la tenne fino al 1808, quando fu proclamato Re di Spagna, sostituito a Napoli dal cognato Gioacchino Murat.

Intanto, Ferdinando, sostenuto dall’Inghilterra, rafforzava il suo potere in Sicilia, ma il tentativo di riprendere il controllo del Regno continentale dalla Calabria falli. Nel 1814 morì Maria Carolina e il Re si unì con matrimonio morganatico a Lucia Migliaccio.

Caduto Napoleone, l’anno seguente Murat subì una pesante sconfitta a Tolentino. Le decisioni del Congresso di Vienna e il trattato firmato a Casalanza il 20 maggio 1815 aprirono le porte al ritorno a Napoli dei Borbone.

Ferdinando tornò nella capitale il 7 giugno 1815. Nel dicembre 1816 fu istituito il Regno delle Due Sicilie e Ferdinando ne assunse il titolo corrispondente. I primi moti carbonari del 1820 coinvolsero anche Napoli, dove il re fu costretto a concedere una Costituzione, che si affretto a ritirare dopo la repressione della rivolta.

Il 4 gennaio 1825 Ferdinando morì dopo aver regnato per ben 65 anni e tre mesi. Gli successe il figlio Francesco I, a causa della morte prematura di Carlo Tito. È sepolto nella Cappella Reale dei Borbone presso la Real Basilica di Santa Chiara.

Un re incompreso

Nel libro ‘Ferdinando IV di Borbone. Il Regno di Napoli e il Grande Gioco del Mediterraneo’, Rubettino 2023, 142 pagine, Emilio Gin prende in esame la politica estera del Regno di Napoli dalla fine della minorità del Re Ferdinando IV sino ai tragici eventi del 1799, tenendo presente il mutare degli equilibri geopolitici nel Mediterraneo dalla seconda metà del XVIII secolo.

In particolare, viene seguito il processo di affrancamento dalla tutela spagnola e il riposizionamento del Regno tra le Potenze borboniche e le altre Potenze mediterranee, nell’ottica di costruzione di una progressiva indipendenza e di una politica di neutralità attiva sia sullo scenario italiano che mediterraneo.