Il 6 e 7 settembre i concerti, dal 2 al 7 settembre i laboratori di tammorra – danza, il 5 settembre il convegno ‘Città / Madre che crea, accoglie e restituisce’ in piazza Mercato a ingresso gratuito
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Comune di Napoli.
La cultura popolare del Sud Italia, la sua magia di comunità, i rituali musicali e coreutici diventano manifesto della Notte della Tammorra, progetto promosso e finanziato dal Comune di Napoli per ‘Napoli Città della Musica’ e organizzato dall’associazione Santa Chiara Orchestra con la direzione artistica del musicista e compositore Carlo Faiello.
Per la 22a edizione, intitolata ‘Metropolis Folk’, l’evento vedrà confluire in piazza Mercato decine di musicisti, danzatrici, interpreti e cantanti.
Due serate da vivere a pieni polmoni, quelle di venerdì 6 e sabato 7 settembre, che assumono il ruolo di Zenit nella ricerca sulle tradizioni.
Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli, dichiara:
Con ‘La Notte della Tammorra’, Piazza Mercato si conferma un altro centro della città, e il cuore pulsante di una Napoli che tutela la sua storia e le sue tradizioni musicali e che, al contempo, volge lo sguardo al domani, favorendo il dialogo tra diverse generazioni di artisti e spettatori.
Il cuore pulsante della Napoli che nella musica, e nella cultura, riconosce un fondamentale strumento per la crescita di una comunità.
La star della serata inaugurale stavolta è la cantante e attrice Lina Sastri.
Il sabato sarà protagonista la musica di Enzo Avitabile, al debutto in questo festival.
Carlo Faiello ribadisce:
Anche quest’anno siamo riusciti a realizzare un programma multiplo e eterogeneo.
Il focus della 22a edizione è la trasformazione della musica e del canto popolare nel passaggio dalla cultura rurale ed extraurbana all’epoca attuale.
I cambiamenti che ha subito la sonorità della tradizione orale a contatto con la musica generata nella metropoli napoletana.
Ferdinando Tozzi, delegato del Sindaco per l’industria musicale e l’audiovisivo, osserva:
Napoli ha una tradizione ricca di suoni, canti e danze, che va tutelata e valorizzata, anche rileggendola alla luce di sonorità più attuali.
In coerenza con il progetto ‘Napoli Città della Musica’, l’edizione 2024 de ‘La Notte della Tammorra’ partirà dai riti e i ritmi della tradizione per abbracciare il presente ed esplorare, tra laboratori, convegni e performance, la nostra identità musicale e i suoi sviluppi futuri.
Lina Sastri proporrà un intreccio di brani della tradizione alternandoli alle composizioni di Roberto De Simone e dello stesso Faiello.
Completano il cast di venerdì 6 Ars Nova Napoli, Bagarjia Orkestar e il set ‘Il canto libero delle giovani donne’ con Simona Boo, Irene Scarpato, Denise Di Maria e Lavinia Mancusi nell’omaggio radicale alle voci di Giovanna Marini e Rosa Balistreri.
Infine, le Tammurriate di Biagio De Prisco, il più giovane virtuoso del territorio agro-nocerino sarnese.
Sabato 7 spazio a Enzo Avitabile accompagnato dai Bottari di Portico, ensemble percussivo, che suona botti, falci e tini per riproporre il rituale millenario della pastellessa.
In apertura, le tammurriate di Raffaele Inserra e in chiusura la Tammurriata della Madonna Avvocata, tra catarsi e ossessione.
Concepita con lo scopo di valorizzare e riscoprire la musica, la danza e i canti tradizionali campani attraverso la loro rappresentazione e la contaminazione con generi musicali diversi, ‘La Notte della Tammorra’ è un festival di musica e cultura popolare ideato dal compositore e musicologo napoletano Carlo Faiello.
La manifestazione ha le sue origini nell’antica festa ‘a Notte de’ Tammorre tenuta per secoli a Comiziano, nei pressi di Nola, durante la festività dell’Epifania.
Carlo Faiello ne ha riscoperto e riportato alla luce i remoti codici espressivi a fine anni 90, quand’erano oramai rimossi dalla memoria collettiva e via via ha ideato un evento in cui danza, rito, usanze popolari, musica e spettacolo trovano connessione fino a plasmarsi in un’unica performance creativa in cui artisti di fama nazionale si esibiscono insieme a vecchi e storici esponenti della scena popolare.
Sul palco si genera e esplode la convivenza tra musicisti professionisti, esperti cantatori, giovani suonatori di tamburi, virtuosi danzatori e ballerine. La tradizione muta così le sue forme e resta però vivissima. E si conferma una delle principali matrici – arcaica e contemporanea – di Napoli e del suo popolo. A prescindere da nostalgie e oleografie.
Per la 22a edizione, inoltre, Carlo Faiello ha scelto di moltiplicare gli itinerari, i pensieri e le proposte dilatando i contenuti fino a creare una cartografia di incontri che abbracciano l’arco temporale 2 – 7 settembre.
A questo punto è chiaro che il progetto si espande fino a diventare la settimana della tammorra, ospitando tanti laboratori di danza e tamburo e alcune conversazioni su questo prezioso universo sonico.
Da lunedì 2 settembre nella chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato si terranno stage gratuiti di ballo popolare a cura di Mariagrazia Altieri.
E giovedì 5 settembre nella medesima chiesa si svolgerà il convegno Metropolis Folk – Città Madre che crea, accoglie e restituisce.
Interverranno Vincenzo Esposito, docente di Antropologia culturale all’Università di Salerno, e Ugo Vuoso, dell’Istituto di studi storici e antropologici.
A moderare sarà Franco Sorvillo, responsabile del CEIC – Centro etnografico campano. Con la partecipazione di Renato Marengo, critico musicale e produttore/autore.